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Con l’approssimarsi del Nuovo Anno e il compimento della Natività Ortodossa, auguriamo a tutti i nostri amici russi uno splendido 2024 ed un futuro di pace che siamo certi presto giungerà per tutti gli uomini di buona volontà, ricongiungendo nuovamente i nostri popoli come e anche più del passato.

Il Presidente

Lorenzo Valloreja

Caro Signor Presidente (Mattarella), Vi preghiamo di accettare le nostre più sentite condoglianze per la morte dell’eccezionale politico italiano Silvio Berlusconi.

Al nome di questo straordinario personaggio sono legati gli avvenimenti più importanti della storia recente d’Italia. Da vero patriota, Silvio Berlusconi ha sempre messo al primo posto gli interessi della Patria. Per molti anni, guidando il Consiglio dei ministri e ricoprendo altri importanti incarichi di governo, ha fatto molto per lo sviluppo economico e sociale del Paese, per il rafforzamento della sua posizione in Europa e sulla scena mondiale. Era giustamente considerato il patriarca della politica italiana e godeva di grande prestigio internazionale.

Silvio Berlusconi sarà ricordato in Russia come un sostenitore coerente e di principio del rafforzamento delle relazioni amichevoli tra i nostri Paesi. Ha dato un contributo personale davvero inestimabile allo sviluppo di partenariati italo-russi reciprocamente vantaggiosi.

Per me Silvio era una persona cara, un vero amico. Ho sempre ammirato sinceramente la sua saggezza, la sua capacità di prendere decisioni equilibrate e lungimiranti anche nelle situazioni più difficili. Durante ciascuno dei nostri incontri, sono stato letteralmente caricato della sua incredibile vitalità, ottimismo e senso dell’umorismo. La sua morte è una perdita irreparabile e un grande dolore.

Vi chiedo di trasmettere le parole di sincero cordoglio e sostegno alla famiglia e agli amici di Silvio. Auguro a tutti forza d’animo di fronte a questa grave perdita.

Cordiali saluti,

Vladimir Putin“.

 

Riguardo al discordo del Presidente Putin – tenuto ieri sulla Piazza Rossa, in onore del “Giorno della Vittoria” – si è scritto, in Occidente, forse tanto o forse anche troppo poco, ma sicuramente usando il pregiudizio e travisando taluni passaggi.

Perciò, a scanso di equivoci e per maggior chiarezza, abbiamo deciso di pubblicare integralmente, qui di seguito, il discorso del Presidente della Federazione Russa:

Cittadini della Russia,

Cari veterani,

Camerati soldati e marinai, sergenti e marescialli, guardiamarina e sergenti maggiori,

Camerati ufficiali, generali e ammiragli,

Soldati e comandanti partecipanti all’operazione militare speciale,

Felice Giorno della Vittoria!

Felice festa che commemora l’onore dei nostri padri, nonni e bisnonni che hanno glorificato e immortalato i loro nomi difendendo la nostra Patria. Hanno salvato l’umanità dal nazismo con coraggio incommensurabile e immenso sacrificio.

Oggi, la nostra civiltà è a un punto di svolta cruciale. Una vera guerra è in corso di nuovo contro il nostro paese, ma abbiamo contrastato il terrorismo internazionale e difenderemo il popolo del Donbass e salvaguarderemo la nostra sicurezza.

Per noi, per la Russia, non esistono nazioni ostili o nemiche sia ad ovest che ad est. Proprio come la stragrande maggioranza delle persone sul pianeta, vogliamo vedere un futuro pacifico, libero e stabile.

Crediamo che qualsiasi ideologia di superiorità sia aberrante, criminale e mortale per sua natura. Tuttavia, le élite globaliste occidentali continuano a parlare della loro eccezionalità, mettono le nazioni l’una contro l’altra e dividono le società, provocano conflitti sanguinosi e colpi di stato, seminano odio, russofobia, nazionalismo aggressivo, distruggono la famiglia e i valori tradizionali che ci rendono umani. Fanno tutto ciò per continuare a dettare e imporre la loro volontà, i loro diritti e regole sui popoli, che in realtà è un sistema di saccheggio, violenza e soppressione.

Sembra che abbiano dimenticato a cosa hanno portato le folli pretese di dominio globale dei nazisti. Hanno dimenticato chi ha distrutto quel male mostruoso e totale, chi si è alzato per la loro terra natia e non ha risparmiato la propria vita per liberare i popoli d’Europa.

Vediamo come in alcuni paesi distruggono senza pietà e freddamente i memoriali ai soldati sovietici, demoliscono monumenti ai grandi comandanti, creano un vero culto dei nazisti e dei loro rappresentanti, cancellano e demonizzano la memoria dei veri eroi. Tale profanazione dell’impresa e dei sacrifici della generazione vittoriosa è anche un crimine, un chiaro revanscismo da parte di coloro che stavano cinicamente e apertamente preparando una nuova marcia sulla Russia e che hanno radunato rifiuti neo-nazisti da tutto il mondo per questo.

Il loro obiettivo – e non c’è nulla di nuovo in questo – è quello di spezzare e distruggere il nostro paese, di annullare i risultati della Seconda Guerra Mondiale, di smantellare completamente il sistema di sicurezza globale.

Cittadini della Russia,

Le battaglie decisive per la nostra Madrepatria sono sempre diventate patriottiche, nazionali e sacre. Siamo fedeli all’eredità dei nostri antenati e abbiamo una consapevolezza profonda e chiara di cosa significhi essere all’altezza dei loro successi militari, lavorativi e morali.

Siamo orgogliosi dei partecipanti all’operazione militare speciale, di tutti coloro che combattono in prima linea, di coloro che consegnano rifornimenti al fronte e salvano i feriti sotto il fuoco. Le vostre attività combattive oggi sono di importanza fondamentale. La sicurezza del paese dipende da voi oggi, così come il futuro della nostra statualità e del nostro popolo. Svolgete commendevolmente il vostro dovere di combattimento lottando per la Russia. Dietro di voi ci sono le vostre famiglie, i vostri figli e i vostri amici. Stanno aspettando voi. Sono sicuro che potete sentire il loro amore incondizionato.

L’intero paese si è unito per sostenere i nostri eroi. Tutti sono pronti ad aiutare, tutti pregano per voi.

Camerati, amici, cari veterani,

Oggi, ogni famiglia del nostro paese onora i partecipanti alla Grande Guerra Patriottica, ricorda i loro familiari e i loro eroi, e depone fiori ai memoriali militari.

Ci troviamo in Piazza Rossa, un luogo che ricorda i fedeli di Yury Dolgoruky e Dmitry Donskoy, la milizia popolare di Minin e Pozharsky, i soldati di Pietro il Grande e Kutuzov, le parate militari del 1941 e 1945.

Oggi abbiamo qui i partecipanti all’operazione militare speciale – militari di carriera e coloro che si sono arruolati durante la parziale mobilitazione, truppe dei corpi di Lugansk e Donetsk, molte unità volontarie, personale della Guardia Nazionale, del Ministero dell’Interno, del Servizio Federale di Sicurezza, del Ministero delle Emergenze e di altre agenzie e servizi di sicurezza.

I miei saluti a tutti voi, amici. I miei saluti a tutti coloro che stanno combattendo per la Russia sul campo di battaglia, che ora sono in servizio.

I nostri eroici antenati hanno dimostrato durante la Grande Guerra Patriottica che nulla può battere la nostra forte, potente e affidabile unità. Non c’è nulla di più forte del nostro amore per la Madrepatria.

Per la Russia! Per le nostre gloriose Forze Armate! Per la Vittoria!

Urrà!”

Vladimir Putin

La dichiarazione a Westminster del Sottosegretario alla Difesa di Sua Maestà Britannica, la Baronessa Annabel MacNicoll Goldie, riguardo la fornitura di proiettili perforanti all’uranio impoverito sembra aver scatenato polemiche solo da parte del Cremlino in quanto il l’Occidente, detentore dei cosiddetti buoni “Valori”, tace vergognosamente come se, dalla Guerra del Golfo, all’intervento NATO nella ex Jugoslavia, fino all’occupazione dell’Afghanistan, in più di 30 anni di utilizzo di questo tipo di armi, non avesse già avuto prove a sufficienza rispetto alla pericolosità ed alle controindicazioni legate non solo alla nocività arrecata alla salute umana quanto alle terribili ricadute ambientali.

A tal proposito si tenga presente che, nel 2008, a Strasburgo, il Parlamento Europeo, votò una Risoluzione affinché venissero vietate, su scala globale, l’utilizzo delle armi all’uranio impoverito e tale documento prevedeva al:

Chiaramente l’uranio impoverito,  essendo stato usato solo dai Paesi NATO – e non avendo questi ultimi mai perso una guerra, o meglio, non essendo mai stati posti sul banco degli imputati – è tuttora nelle disponibilità dei vari arsenali del Patto Atlantico e ci si è ben guardati dal portare a compimento la Risoluzione Comunitaria ”B6-0219/2008” come invece sarebbe stato giusto.

Una volta un vecchio saggio disse che l’uomo è l’animale più pericoloso del creato e, ahimè, mai affermazione fu più veritiera.

Infatti, la scelta di usare questo materiale altamente pericoloso in ambito militare è stato dovuto proprio al desiderio diabolico di distruzione dell’essere umano.

Un tempo le armi erano considerate efficaci tanto più erano capaci di uccidere in maniera rapida il maggior numero di soggetti.

Ad un certo punto, però, gli strateghi compresero che questo era male, ma non certo per considerazioni di carattere umanitario quanto di economia di guerra.

Le più moderne dottrine contemporanee, infatti, non prevedono più di uccidere il maggior numero di nemici nel minor tempo possibile quanto quello di ferirne gravemente il maggior numero possibile per mandare in crisi, da un lato, il sistema sanitario dell’avversario e, dall’altro, far saltare il welfare del nemico.

È, ad esempio, in questo contesto che nascono le cosiddette “mine antiuomo” che hanno lo scopo non di uccidere la vittima ma di mutilarla gravemente così da renderla un “problema ed un peso” per l’avversario.

Immaginate, a tal riguardo, un soldato che ha vent’anni d’età e, che, a seguito di una mina antiuomo, perda entrambe le gambe.

Questi dovrà essere sottoposto ad un importante intervento che ha certamente un costo; Poi resterà in ospedale per un periodo abbastanza lungo che avrà anch’esso un costo; A seguito di ciò bisognerà fornirgli delle protesi e forse un ciclo di riabilitazione sempre a carico dello Stato a cui appartiene; A questo punto si ritroverà inabile al lavoro ed il suo welfare dovrà provvedere a mantenerlo per tutta la vita; Con molta probabilità questa sua disabilità lo porterà ad odiare la propria classe politica che l’ha condotto al macello e possibili tensioni sociali potrebbero innescarsi.

Se al contrario il nostro ipotetico militare ventenne fosse morto subito, cinicamente parlando, il danno per il proprio Stato sarebbe stato minore.

In altri termini, dunque, secondo queste teorie barbare, 1 milione di persone morte immediatamente sarebbero meno dannose di 1 milione di mutilati gravi.

Ed è questa la logica, sottaciuta al grande pubblico, che ha portato l’Occidente, tra il 1990 ed il 1999, a dotarsi di questo tipo di proiettili.

Certo, è vero che l’uranio impoverito – grazie alle proprie caratteristiche di innesco spontaneo e per il solo effetto dell’alta densità, unita alla grande energia cinetica dovuta all’alta velocità – è perfetto per la costruzione di proiettili penetranti tant’è che una munizione di questo tipo da 5 kg, sparata da un carro armato  avente una bocca da fuoco da 120 mm, ha uno slancio tale da poter rompere l’armatura massiccia di qualsiasi tank, ma è altresì vero che con un proiettile al tungsteno monocristallino si otterrebbe lo stesso risultato, solo quest’ultimo costerebbe molto di più e non avrebbe gli effetti nefasti che invece può garantire l’uranio impoverito.

Una volta esploso attraverso l’armatura, infatti, la punta dell’uranio si disintegra per via del calore creato, circa 3000°C, e le pericolose particelle iniziano a bruciare polverizzandosi e depositandosi per tutta l’area circostante con gravi rischi sia per le persone che per gli animali.

Infatti oltre al rischio di avvelenamento da metalli pesanti, se l’uranio impoverito viene inalato, il metallo radioattivo si deposita nei polmoni e in altri organi causando diversi tipi di cancro, dai linfomi di Hodgkin alle leucemie.

Secondo alcuni studi condotti in Germania, poi, le molecole di uranio impoverito sono in grado di viaggiare in ogni parte del corpo, compresi lo sperma e le uova, cosa che aumenta la probabilità di cancro e danni ai geni, causando forme di malformazione nei figli delle persone che sono state a contatto con queste micro polveri causando così, alla lunga, un danno economico, sociale e sanitario enorme al nemico, di gran lunga superiore a qualsiasi mina antiuomo.

Peccato però, e questo è sottaciuto più delle controindicazioni agli avversari, che a farne le spese, se pur in proporzione inferiore siano anche i militari che usano queste armi perché già nelle fasi di lancio delle particelle si liberano nell’etere.

Lo sanno bene i nostri militari che a seguito della loro partecipazione a diverse cosiddette “Missioni di Pace” si sono ammalati riscontrando l’insorgere di gravissime patologie neoplastiche.

Come non dimenticare allora:

  • Il Caporal Maggiore Alpino Luigi Sorrentino che è stato in missione in Kosovo, Albania ed Afghanistan e che a seguito di queste operazioni si è gravemente ammalato di cancro. Aveva intentato una causa per ragioni di servizio contro il Ministero della Difesa “affinché qualcuno riconoscesse i propri errori” e preso dallo sconforto per essersi scontrato contro un muro di gomma si è tolto la vita nel 2018;
  • Il Maresciallo dell’Esercito Marco Diana, morto, dopo atroci sofferenze, all’età di 50 anni. Aveva partecipato alle missioni in Somalia e Kosovo;
  • Il Maresciallo dell’Esercito Alberto Sanna, ucciso a 65 anni da una leucemia mieloide cronica aveva partecipato a diverse missioni nei Balcani;
  • Il Sottocapo della Marina Militare Lorenzo Motta, che – dopo aver partecipato in tre anni a tutte le più importanti missioni all’estero della Marina: Grecia, Turchia, Gibilterra, Golfo Persico, Marocco, Afghanistan, operazioni antiterrorismo e antipirateria, dove si faceva uso di uranio impoverito nelle munizioni anticarro e nelle corazzature di alcuni sistemi di armamenti – all’età di 24 anni, nel luglio 2005, ha scoperto di avere il linfoma di Hodgkin.

Giusto per citarne alcuni perché, ahimè, la lista potrebbe essere veramente lunghissima visto che,nella sola Italia, i militari colpiti da patologie legate alla cosiddetta “Sindrome dei Balcani” sono quasi 8mila e di questi, più di 375, sono già deceduti.

Una vera e propria strage della quale è certamente a conoscenza anche l’attuale Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che, durante i Governi D’Alema e Amato (1999-2001), rivestì l’importante ruolo di Ministro della Difesa e che, come ha ricordato Lorenzo Sani, giornalista e inviato nazionale del Resto del Carlino-Nazione-Giorno, all’epoca dei fatti negava “a più riprese il possibile nesso tra l’insorgere delle patologie e il servizio. Negò che la Nato avesse mai utilizzato proiettili all’uranio impoverito (DU, Depleted Uranium), tantomeno che questo fosse contenuto nei Tomahawk (missili) sparati in zona di guerra dalle navi Usa in Adriatico. Insomma, Mattarella, candidato di Renzi al Quirinale, negò su tutta la linea … Negò pure – ricorda Sani – ciò che era possibile reperire nei primi giorni di internet sugli stessi siti della Difesa Usa, che magnificava l’efficacia degli armamenti al DU e dettava, contestualmente, le precauzioni sanitarie da adottare in caso di bonifica: protocolli di sicurezza molto rigidi, che prevedevano l’utilizzo di tute, guanti e maschere protettive, per svolgere il lavoro che invece a mani nude e senza protezioni facevano i nostri soldati. I quali, nel frattempo, continuavano ad ammalarsi e morire…

Dunque, se malauguratamente i soldati ucraini dovessero sparare i britannici “Charm1” e “Charm3”, così si chiamano i proiettili all’uranio impoverito in dotazione ai carri “Challanger” in arrivo in quel di Kiev, a pagarne le conseguenze non sarebbero solo i militari russi ma soprattutto gli ucraini perché le micro polveri attaccherebbero prima gli uomini e poi si fisserebbero al terreno mandando in malora tutta la catena alimentare e l’eco sistema.

Già questo sfortunato Paese ha dovuto subire l’emergenza di Chernobyl, ora, grazie agli inglesi, potrebbe vivere in una lenta agonia  che durerebbe intere generazioni.

Pertanto, a nostro modo di vedere, è compito precipuo dell’Italia e di tutti gli altri partner occidentali, far desistere la Gran Bretagna da una simile fornitura perché non solo sarebbe contro ogni prospettiva di pace ma potrebbe causare danni incalcolabili sia sotto il profilo economico, che umano, in quella data parte del mondo.

Lorenzo Valloreja      

Una volta “il Divo” Giulio ebbe a dire: << A parte le guerre puniche, mi viene attribuito veramente di tutto >>; oggi il medesimo destino sembra spettare alla Russia di Putin.

Infatti, è dai tempi della pandemia che Roma accusa Mosca di quanto segue.

  • Spionaggio che, secondo i nostri politicanti, sarebbe avvenuto in occasione della cosiddetta Operazione “Dalla Russia con Amore” quando, nei primissimi mesi della pandemia, con l’invio di 104 medici del Reparto di Difesa chimica e biologica dell’esercito russo a Bergamo, le autorità russe avrebbero “rubato” il virus per elaborare lo Sputnik V. Peccato, però, che, sempre gli stessi, tacciano riguardo al fatto di come il Covid, negli stessi giorni, se pur in maniera ridotta, fosse presente anche in Russia e di come, il nostro Paese, pur svettando in Europa per numero di contagiati, a differenza dell’Istituto Gamaleya di Mosca, non sia stato a tutt’oggi ancora capace di concludere la fase sperimentale del proprio antidoto autoctono.
  • Fomentare la crisi energetica non garantendo più le forniture di gas al Vecchio Continente. Una versione, questa, che fa veramente acqua da tutte le parti, proprio come i gasdotti Nord Stream 1 e 2, fatti saltare non certo da Mosca ma da qualche sottomarino di una non ben identificata potenza occidentale; così come è pacifico constatare che, nonostante il prezzo del gas russo sia ancora di gran lunga più conveniente di qualsiasi altro fornitore, è stata solo la ferrea volontà dell’occidente a far si che l’Europa si affrancasse, costi letteralmente quel che costi, dagli idrocarburi di Putin.
  • Interferire nella vita politica di Paesi come l’Italia, attraverso l’uso sapiente di Internet e delle Fake News, dimenticando però che bufale colossali come:
    • I 500 leoni liberati da Putin per le strade di Mosca al fine di far rispettare il   lockdown;
    • L’imminente morte di Putin a causa di una sua grave malattia che ne avrebbe già compromesso le capacità decisionali;
    • L’ormai prossimo default dell’economia russa a causa delle sanzioni;
    • L’isolamento internazionale del Cremlino;
    • Il colpo di stato ormai imminente che si starebbe preparando per estromettere il cosiddetto zar dalla guida della Russia;

Non sono voci fatte circolare dal Cremlino quanto piuttosto dai media occidentali e in particolar modo da quelli italiani.

  • Favorire i flussi migratori dall’Africa per destabilizzare in primis l’Italia e successivamente l’intera Unione Europea. Accusa, quest’ultima, veramente pretestuosa per le seguenti modeste riflessioni.
    • Secondo i dati ufficiali ISTAT, i migranti giungono clandestinamente sulle coste italiane fin dal lontano 1997 e, ad oggi, sono sbarcati circa 1 milione e mezzo di persone (a tal riguardo si tenga presente che gli anni peggiori sono stati: il 1999 con l’arrivo di 49.999 clandestini, il 2011 che ne ha contabilizzati ben 62.692, per non parlare poi del quinquennio 2013/2018 che ha visto l’approdo di 667.672 irregolari ed il biennio 2021/2022 che ha registrato l’arrivo di ulteriori 170.000 disperati).
    • La colpa non è della Russia o della Turchia se queste ultime hanno “preso piede” in Africa quanto di Paesi come l’Italia che:
      1. Non ha fatto il proprio dovere in Libia per evitare che un alleato come Gheddafi venisse eliminato, quindi lasciando la nostra ex colonia nel più totale caos;
      2. Ha usato male le proprie risorse militari nel Mali dove i nostri militari coprono le spalle all’esercito francese senza ottenere però vantaggi ragguardevoli;
      3. Anziché inviare armi al Governo di Tripoli, nostro attuale alleato ufficiale nella “Terra dei Fileni”, si è scelto di depauperare le nostre risorse in Ucraina.
  • Mi sembra di poter inoltre sommessamente affermare che:
    1. Accostare le azioni dei malavitosi russi al Governo di Mosca ha la stessa valenza dello stereotipo per il quale si potrebbero accostare, all’estero, le mafie italiane alle istituzioni italiane, ed è sempre un vero e proprio oltraggio che si commenta da sé;
    2. Pare che la “Wagner” non abbia un ruolo determinante nella vicenda migratoria e lo ha affermato anche il Commissario UE Margaritīs Schinas, il quale ha definito “accessoria” la responsabilità dei mercenari russi:
    3. La Francia ha avuto una responsabilità di primordine nella destabilizzazione del Nord Africa, nonostante ciò il nostro Governo si considera ancora vincolato dal “Trattato del Quirinale”.

Eppure è dall’inizio della Guerra in Ucraina che questa organizzazione, così come tante altre associazioni, ha supplicato i vari Esecutivi succedutisi nel tempo affinché si mantenessero i toni bassi ed il nostro Paese, nel rispetto della propria Costituzione e della propria tradizione diplomatica, potesse fungere più da mediatore ed operatore di pace, che da falco della situazione.

D’altronde lo schianto del drone americano nelle acque del Mar Nero, a seguito delle manovre di due caccia russi, suggerirebbe proprio un piglio più morbido nei confronti di Mosca, onde evitare una terribile escalation militare.

Pertanto, è per il bene di tutti i popoli e con una umilissima preghiera, che chiediamo all’attuale Esecutivo di impedire la divulgazione in futuro di notizie o l’esternazione di considerazioni di membri del Gabinetto le quali, per propria natura, qualora fossero vere, dovrebbero solo restare segrete, non fosse altro per un principio di Sicurezza Nazionale, e che, se diffuse, potrebbero solo esacerbare gli animi, ed accendere polemiche tra le varie Cancellerie, in un crescendo spropositato di insulti ed illazioni infondate.

Lorenzo Valloreja

Come Presidente dell’Associazione degli italiani amici della Russia, come giornalista  e come semplice cittadino italiano, sono costernato e offeso nel constatare che in rete si trovi un sito ucraino denominato “МИРОТВОРЕЦЬ” ovverosia in italiano “Il Pacificatore”, il quale – stando alle informazioni di alcuni giornali inglesi, sarebbe curato o gestito, dall’agenzia governativa di intelligence “Servizio di Sicurezza dell’Ucraina” (SBU) – pubblica, in barba ad ogni rispetto per la privacy altrui, informazioni personali (numeri di telefono, indirizzi di residenza, link dei profili social, nomi di eventuali figli e parenti) su coloro che sono considerati “nemici dell’Ucraina“, cioè, russi e non, tra i quali molti italiani, rei di avere, a quanto pare, solo opinioni difformi rispetto alla vulgata ufficiale sulla Guerra in Ucraina.

Scopriamo così che tra questi italiani vi è anche un importante esponente della maggioranza di Governo italiano: Silvio Berlusconi.

Ma non solo, tra i presunti criminali troviamo anche alcuni dei giornalisti trattenuti indebitamente in Ucraina da più di una settimana come Alfredo Bosco,

o altri operatori dell’informazione come Giorgio Bianchi e Vittorio N. Rangeloni, così, giusto per citarne alcuni.

Ora, si badi bene che tale sito è affiliato con il Ministero degli affari interni dell’Ucraina  e nella prima pagina campeggia la scritta in cirillico “РОССИЯН И ДРУГИХ ВРАГОВ НАДО УБИВАТЬ И НЕ БОЯТЬСЯ ЭТОГО ДЕЛАТЬ” che tradotto vuol dire “I RUSSI E GLI ALTRI NEMICI DOVREBBERO ESSERE UCCISI E NON DOVRESTI AVERE PAURA NEL FARLO

Si domanda pertanto:

  • Al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni quali sono le azioni che intende intraprendere affinché l’Ucraina garantisca che questi nostri connazionali non abbiano nulla da temere sia per la loro incolumità fisica che morale;
  • Agli organi giurisdizionali e di polizia postale di aprire procedimenti contro queste gravissime fattispecie di odio e istigazione, sperando che tutto ciò non sia considerato “notizia di fatto non costituente reato”.

il Presidente

Lorenzo Valloreja

Cari deputati dell’Assemblea federale – senatori, deputati della Duma di Stato!

Cari cittadini della Russia!

Con il Discorso di oggi parlo in un momento difficile – lo sappiamo tutti molto bene – un momento fondamentale per il nostro Paese, in un momento di cambiamenti cardinali e irreversibili in tutto il mondo, gli eventi storici più importanti che determinano il futuro del nostro Paese e la nostra gente, quando ognuno di noi ha una grande responsabilità.

Un anno fa, al fine di proteggere le persone nelle nostre terre storiche, per garantire la sicurezza del nostro paese, per eliminare la minaccia rappresentata dal regime neonazista emerso in Ucraina dopo il colpo di stato del 2014, è stata presa la decisione di condurre uno speciale operazione militare. E passo dopo passo, con attenzione e coerenza, risolveremo i compiti davanti a noi.

A partire dal 2014, il Donbass ha combattuto, difeso il diritto di vivere sulla propria terra, parlare la propria lingua madre, combattuto e non si è arreso nelle condizioni di blocco e bombardamenti costanti, odio palese da parte del regime di Kiev, ha creduto e atteso che la Russia vieni in soccorso.

Nel frattempo – e questo lo sapete bene – abbiamo fatto tutto il possibile, davvero tutto il possibile per risolvere questo problema con mezzi pacifici, negoziando pazientemente una via d’uscita pacifica da questo grave conflitto.

Ma alle nostre spalle si stava preparando uno scenario completamente diverso. Le promesse dei governanti occidentali, le loro assicurazioni sul desiderio di pace nel Donbass si sono rivelate, come ora vediamo, un falso, una crudele menzogna. Hanno semplicemente preso il tempo, si sono impegnati in imbrogli, hanno chiuso un occhio sugli omicidi politici, sulle repressioni del regime di Kiev, sulla presa in giro dei credenti e hanno sempre più incoraggiato i neonazisti ucraini a compiere azioni terroristiche nel Donbass. Nelle accademie e nelle scuole occidentali venivano addestrati ufficiali di battaglioni nazionalisti e venivano fornite armi.

E voglio sottolineare che anche prima dell’inizio dell’operazione militare speciale, Kiev stava negoziando con l’Occidente sulla fornitura di sistemi di difesa aerea, aerei da combattimento e altre attrezzature pesanti all’Ucraina. Ricordiamo anche i tentativi del regime di Kiev di acquisire armi nucleari, perché ne abbiamo parlato pubblicamente.

Gli Stati Uniti e la NATO hanno rapidamente schierato le loro basi militari e i loro laboratori biologici segreti vicino ai confini del nostro paese, hanno dominato il teatro delle future operazioni militari nel corso delle manovre, hanno preparato il regime di Kiev a loro soggetto, l’Ucraina che avevano reso schiavo, per un grande guerra.

E oggi lo ammettono – lo ammettono pubblicamente, apertamente, senza esitazione. Sembrano essere orgogliosi, godendosi il loro tradimento, definendo sia gli accordi di Minsk che il formato della Normandia un’esibizione diplomatica, un bluff. Si scopre che per tutto il tempo in cui il Donbass era in fiamme, quando il sangue veniva versato, quando la Russia era sinceramente – voglio sottolinearlo – si sforzava sinceramente per una soluzione pacifica, stavano giocando sulla vita delle persone, stavano giocando, infatti, come si dice nei circoli noti, con le carte segnate.

Questo disgustoso metodo di inganno è stato provato molte volte prima. Si sono comportati in modo altrettanto spudorato, doppio, distruggendo la Jugoslavia, l’Iraq, la Libia, la Siria. Da questa vergogna non saranno mai lavati via. I concetti di onore, fiducia, decenza non fanno per loro.

Nei lunghi secoli di colonialismo, diktat, egemonia, si sono abituati a farsi concedere tutto, si sono abituati a sputare sul mondo intero. Si è scoperto che trattano i popoli dei loro paesi con lo stesso disprezzo, come un maestro – dopotutto, li hanno ingannati cinicamente o li hanno ingannati con favole sulla ricerca della pace, sull’adesione alle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sul Donbass. In effetti, le élite occidentali sono diventate un simbolo di bugie totali senza principi.

Difendiamo fermamente non solo i nostri interessi, ma anche la nostra posizione secondo cui nel mondo moderno non dovrebbe esserci divisione nei cosiddetti paesi civili e tutto il resto, che è necessaria una partnership onesta, che in linea di principio neghi qualsiasi esclusività, soprattutto aggressiva .

Siamo stati aperti, sinceramente pronti per un dialogo costruttivo con l’Occidente, abbiamo detto e insistito sul fatto che sia l’Europa che il mondo intero avevano bisogno di un sistema di sicurezza indivisibile uguale per tutti gli Stati, e per molti anni abbiamo suggerito ai nostri partner di discutere insieme questa idea e lavorare su di esso. Ma in risposta, hanno ricevuto una reazione indistinta o ipocrita. Si tratta di parole. Ma ci sono state anche azioni specifiche: l’espansione della NATO ai nostri confini, la creazione di nuove aree posizionali per la difesa missilistica in Europa e in Asia – hanno deciso di nascondersi dietro di noi con un “ombrello”, questo è il dispiegamento di contingenti militari, e non solo vicino ai confini della Russia.

Ci tengo a sottolineare, sì, infatti, è ben noto a tutti: nessun paese al mondo ha tante basi militari all’estero come gli Stati Uniti d’America. Ce ne sono centinaia, voglio sottolinearlo, centinaia di basi in tutto il mondo, l’intero pianeta è disseminato, basta guardare la mappa.

Il mondo intero ha visto come si ritirano dagli accordi fondamentali nel campo degli armamenti, compreso il trattato sui missili a corto e medio raggio, strappando unilateralmente gli accordi fondamentali che mantengono lapace mondiale. Per qualche ragione, l’hanno fatto.

Infine, nel dicembre 2021, abbiamo presentato ufficialmente la bozza di accordi di garanzia della sicurezza agli Stati Uniti e alla NATO. Ma in tutte le posizioni chiave e fondamentali per noi, hanno ricevuto, infatti, un rifiuto diretto. Quindi è finalmente diventato chiaro che era stato dato il via libera all’attuazione di piani aggressivi e che non si sarebbero fermati.

La minaccia sta crescendo, e ogni giorno. Le informazioni in arrivo non lasciavano dubbi sul fatto che entro febbraio 2022 tutto fosse pronto per un’altra sanguinosa azione punitiva nel Donbass, contro la quale, lasciatemelo ricordare, il regime di Kiev ha lanciato artiglieria, carri armati e aerei nel 2014.

Ricordiamo tutti bene le immagini in cui sono stati effettuati attacchi aerei su Donetsk, sono stati effettuati attacchi aerei non solo su di essa, ma anche su altre città. Nel 2015, hanno nuovamente tentato un attacco diretto al Donbass, continuando il blocco, i bombardamenti e il terrore contro i civili. Tutto ciò, permettetemi di ricordarvi, contraddiceva completamente i documenti e le risoluzioni pertinenti adottati dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, completamente: tutti facevano finta che non stesse accadendo nulla.

Voglio ripeterlo: sono stati loro a scatenare la guerra, e noi abbiamo usato la forza e la usiamo per fermarla.

Coloro che pianificarono un nuovo attacco a Donetsk, Donbass e Luhansk capirono chiaramente che il prossimo obiettivo era un attacco alla Crimea e Sebastopoli, e noi lo sapevamo e lo capivamo. E ora anche a Kiev si parla apertamente di piani di così vasta portata: hanno rivelato, hanno rivelato ciò che già sapevamo così bene.

Proteggiamo la vita delle persone, la nostra stessa casa. E l’obiettivo dell’Occidente è il potere illimitato. Ha già speso più di 150 miliardi di dollari per aiutare e armare il regime di Kiev. Per fare un confronto: secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, i paesi del G7 hanno stanziato circa 60 miliardi di dollari nel 2020-2021 per aiutare gli stati più poveri del mondo. Comprensibile, vero? Per la guerra – 150, e per i paesi più poveri, di cui si presume siano costantemente curati – 60, e anche sotto le ben note richieste di obbedienza da parte dei paesi – destinatari di questo denaro. E dove sono tutti i discorsi sulla lotta alla povertà, sullo sviluppo sostenibile, sull’ambiente? Dove va tutto? Dov’è andato tutto? Allo stesso tempo,il flusso di denaro per la guerra non diminuisce. Inoltre, non risparmiano spese per incoraggiare disordini e sconvolgimenti in altri paesi, e ancora in tutto il mondo.

In una recente conferenza a Monaco, ci sono state infinite accuse contro la Russia. Si ha l’impressione che ciò sia stato fatto solo perché tutti dimenticassero ciò che il cosiddetto Occidente ha fatto negli ultimi decenni. E sono stati loro a far uscire il genio dalla bottiglia, a far precipitare intere regioni nel caos.

Secondo gli stessi esperti americani, a seguito delle guerre – voglio richiamare l’attenzione su questo: non ci siamo inventati queste cifre, le danno gli stessi americani – a seguito delle guerre che gli Stati Uniti hanno scatenato dopo il 2001, quasi 900mila persone sono morte, più di 38 milioni sono diventate profughi. Ora vogliono solo cancellare tutto questo dalla memoria dell’umanità, fanno finta che non sia successo niente. Ma nessuno al mondo l’ha dimenticato e non lo dimenticherà.

Nessuno di loro considera vittime umane e tragedie, perché, ovviamente, sono in gioco trilioni e trilioni di dollari; la capacità di continuare a derubare tutti; con il pretesto di parole sulla democrazia e le libertà, perdiffondere valori neoliberisti e intrinsecamente totalitari; appendi etichette a interi paesi e popoli, insulta pubblicamente i loro leader; reprimere il dissenso nei propri paesi; creando l’immagine di un nemico, distogliendo l’attenzione della gente dagli scandali di corruzione – in fondo tutto questo non esce dagli schermi, lo vediamo tutto – dai crescenti problemi e contraddizioni interne economiche, sociali, interetniche.

Permettetemi di ricordarvi che negli anni ’30 del secolo scorso l’Occidente ha effettivamente aperto la strada ai nazisti al potere in Germania. E ai nostri tempi, hanno iniziato a creare un sentimento di “anti-Russia” dall’Ucraina. Il progetto in realtà non è nuovo. Le persone che sono almeno un po ‘immerse nella storia lo sanno perfettamente: questo progetto risale al XIX secolo, è stato coltivato nell’impero austro-ungarico, in Polonia e in altri paesi con un unico obiettivo: strappare questi territori storici, che oggi si chiamano Ucraina, dal nostro paese. Ecco cos’è questo obiettivo. Non c’è niente di nuovo, nessuna novità, tutto si ripete.

Oggi l’Occidente ha accelerato l’attuazione di questo progetto sostenendoil colpo di stato del 2014. Dopotutto, il colpo di stato è sanguinoso, antistatale, anticostituzionale: come se nulla fosse accaduto, come se fosse necessario, hanno persino riferito quanti soldi avevano speso per questo. La russofobia, il nazionalismo estremamente aggressivo, è stata posta nella base ideologica.

Di recente, una delle brigate delle forze armate ucraine, è un peccato dirlo – è un peccato per noi, non lo sono, – è stata chiamata “Edelweiss”, come la divisione nazista, che ha partecipato alla deportazione di ebrei, l’esecuzione di prigionieri di guerra, in operazioni punitive contro i partigiani di Jugoslavia, Italia, Cecoslovacchia e Grecia. Le forze armate ucraine e la guardia nazionale ucraina sono particolarmente apprezzate dai galloni di Das Reich, “Dead Head”, “Galizia” e altre unità delle SS, che hanno anche sangue sulle mani fino al gomito. I marchi di identificazione della Wehrmacht della Germania nazista sono applicati ai veicoli corazzati ucraini.

I neonazisti non nascondono di chi si considerano eredi. È sorprendente che in Occidente nessuno dei poteri costituiti se ne accorga. Perché? Perché a loro, scusatemi per le cattive maniere, non importa. Non importa su chi scommettere nella lotta contro di noi, nella lotta contro la Russia. L’importante è che combattano contro di noi, contro il nostro Paese, il che significa che tutti possono essere usati. E l’abbiamo visto, ed è successo: sia terroristi che neonazisti, anche se il diavolo è calvo, puoi usarlo, Dio mi perdoni.

Il progetto “anti-Russia” rientra infatti in una politica revanscista nei confronti del nostro Paese, per creare focolai di instabilità e conflitti proprio ai nostri confini. E poi, negli anni ’30 del secolo scorso, e ora il piano è lo stesso: dirigere l’aggressione a est, accendere una guerra in Europa, eliminare i concorrenti per procura.

Non siamo in guerra con il popolo ucraino, ne ho già parlato tante volte. Lo stesso popolo ucraino è diventato un ostaggio del regime di Kiev e dei suoi padroni occidentali, che hanno effettivamente occupato questo paese in senso politico, militare, economico, distrutto l’industria ucraina per decenni e saccheggiato le risorse naturali. Il risultato naturale è stato il degrado sociale, un colossale aumento della povertà e della disuguaglianza. E in tali condizioni, ovviamente, è facile raccogliere materiale per operazioni militari. Nessuno pensava alle persone, erano preparate per il massacro e alla fine si trasformarono in materiali di consumo. È triste, è solo spaventoso parlarne, ma è un dato di fatto.

La responsabilità dell’incitamento al conflitto ucraino, dell’escalation, dell’aumento del numero delle sue vittime ricade interamente sulle élite occidentali e, ovviamente, sull’attuale regime di Kiev, per il quale il popolo ucraino è, di fatto, un estraneo. L’attuale regime ucraino non serve interessi nazionali, ma interessi di paesi terzi.

L’Occidente sta usando l’Ucraina sia come ariete contro la Russia che come campo di addestramento. Non mi soffermerò ora sui tentativi dell’Occidente di invertire la tendenza delle ostilità, sui loro piani per aumentare le forniture militari: tutti lo sanno già bene. Ma una circostanza dovrebbe essere chiara a tutti: più i sistemi occidentali a lungo raggio arriveranno in Ucraina, più saremo costretti ad allontanare la minaccia dai nostri confini. È naturale.

Le élite occidentali non nascondono il loro obiettivo: infliggere – come si suol dire, questo è un discorso diretto – “la sconfitta strategica della Russia”. Cosa significa? Per noi cos’è? Questo significa finire con noi una volta per tutte, cioè intendono trasferire un conflitto locale in una fase di confronto globale. Questo è esattamente il modo in cui comprendiamo tutto questo e reagiremo di conseguenza, perché in questo caso stiamo parlando dell’esistenza del nostro Paese.

Ma anche loro non possono non essere consapevoli che è impossibile sconfiggere la Russia sul campo di battaglia, quindi stanno conducendo attacchi informativi sempre più aggressivi contro di noi. Prima di tutto, ovviamente, come target vengono scelti i giovani, le giovani generazioni. E anche qui mentono costantemente, distorcono i fatti storici, non fermano gli attacchi alla nostra cultura, alla Chiesa ortodossa russa e ad altre organizzazioni religiose tradizionali del nostro paese.

Guarda cosa stanno facendo con i loro stessi popoli: la distruzione della famiglia, dell’identità culturale e nazionale, la perversione, l’abuso sui bambini, fino alla pedofilia, sono dichiarate la norma, la norma della loro vita, e il clero, i sacerdoti sono costretti a benedire i matrimoni tra persone dello stesso sesso. Dio li benedica, lascia che facciano quello che vogliono. Cosa vuoi dire qui? Gli adulti hanno il diritto di vivere come vogliono, l’abbiamo trattato in Russia e lo tratteremo sempre in questo modo: nessuno si intromette nella vita privata e non lo faremo.

Ma voglio dire loro: ma guarda, scusami, le sacre scritture, i libri principali di tutte le altre religioni del mondo. Lì si dice di tutto, compreso chela famiglia è l’unione di un uomo e una donna, ma questi testi sacri ora vengono messi in discussione. La Chiesa anglicana, ad esempio, ha riferito di aver pianificato – pianificando, anche se solo per ora – di esplorare l’idea di un dio neutrale rispetto al genere. Cosa puoi dire? Dio mi perdoni, non sanno cosa stanno facendo.

Milioni di persone in Occidente capiscono di essere portate a una vera catastrofe spirituale. Le élite, francamente, stanno impazzendo e sembra che non ci sia cura. Ma questi sono i loro problemi, come ho detto, e noi siamo obbligati a proteggere i nostri figli, e lo faremo: proteggeremo i nostri figli dal degrado e dalla degenerazione.

È ovvio che l’Occidente cercherà di minare e dividere la nostra società, di affidarsi a traditori nazionali che in ogni momento – ci tengo a sottolinearlo – hanno lo stesso veleno del disprezzo per la propria Patria e il desiderio di fare soldi vendendo questo veleno a chi è pronto a pagarlo. È sempre stato così.

Chiunque abbia intrapresola strada del tradimento diretto, commettendo atti terroristici e altri crimini contro la sicurezza della nostra società, l’integrità territoriale del Paese, sarà ritenuto responsabile ai sensi della legge. Ma non saremo mai come il regime di Kiev e le élite occidentali che sono impegnate e sono state impegnate nella “caccia alle streghe”, non regoleremo i conti con coloro che si sono fatti da parte, ritirandosi dalla loro patria. Lascia che rimanga sulla loro coscienza, lascia che ci convivano – devono conviverci. La cosa principale è che le persone, i cittadini russi hanno dato loro una valutazione morale.

Sono orgoglioso – penso che siamo tutti orgogliosi – che il nostro popolo multinazionale, la stragrande maggioranza dei cittadini, abbia preso una posizione di principio riguardo all’operazione militare speciale, abbia compreso il significato delle azioni che stiamo compiendo, abbia sostenuto le nostre azioni per proteggere il Donbass. In questo sostegno, prima di tutto, si è manifestato il vero patriottismo, un sentimento storicamente insito nel nostro popolo. Stupisce per la sua dignità, profonda consapevolezza da parte di tutti, sottolineo, da parte di tutti, del proprio destino inestricabile con il destino della Patria.

Cari amici, voglio ringraziare tutti, tutto il popolo russo per il loro coraggio e determinazione, per ringraziare i nostri eroi, soldati e ufficiali dell’esercito e della marina, la Guardia Nazionale, i membri dei servizi speciali e tutte le forze dell’ordine agenzie, soldati del corpo di Donetsk e Luhansk, volontari, patrioti che combattono nei ranghi della riserva dell’esercito da combattimento BARS.

Voglio scusarmi: mi dispiace che durante il discorso di oggi non posso nominare tutti. Sai, quando stavo preparando questo discorso, ho scritto un lungo, lungo elenco di queste unità eroiche, poi l’ho tolto dal discorso di oggi, perché, come ho detto, è impossibile nominare tutti, e avevo semplicemente paura di offendere coloro che non vorrei nominare.

Basso inchino ai genitori, mogli, famiglie dei nostri difensori, medici e paramedici, istruttori medici, infermieri che soccorrono i feriti, ferrovieri e macchinisti che riforniscono il fronte, costruttori che erigono fortificazioni e restaurano abitazioni, strade, strutture civili, lavoratori e ingegneri di impianti di difesa, che ora lavorano quasi 24 ore su 24, su più turni, a lavoratori rurali che garantiscono in modo affidabile la sicurezza alimentare del Paese.

Ringrazio gli insegnanti che si prendono sinceramente cura delle giovani generazioni della Russia, in particolare quegli insegnanti che lavorano nelle condizioni più difficili, anzi in prima linea; personaggi della cultura che vengono nelle zone di guerra, negli ospedali per sostenere soldati e ufficiali; volontari che aiutano il fronte e i civili; giornalisti, soprattutto, ovviamente, corrispondenti di guerra che rischiano in prima linea per raccontare la verità a tutto il mondo; pastori delle religioni tradizionali russe, sacerdoti militari, la cui saggia parola sostiene e ispira le persone; dipendenti pubblici e imprenditori – tutti coloro che svolgono il proprio dovere professionale, civile e semplicemente umano.

Parole speciali peri residenti delle repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, Zaporozhye e Kherson. Voi stessi, cari amici, voi stessi avete determinato il vostro futuro nei referendum, avete fatto una scelta ferma, nonostante le minacce e il terrore dei neonazisti, in condizioni in cui le operazioni militari erano molto vicine, ma non c’era e non c’è niente di più forte della vostra determinazione ad essere con la Russia, con la tua Patria.

Abbiamo già iniziato e continueremo a costruire un vasto programma per la ripresa e lo sviluppo socio-economico di questi nuovi soggetti della Federazione. Ciò include il rilancio di imprese e posti di lavoro, i porti del Mar d’Azov, che è tornato ad essere un mare interno della Russia, e la costruzione di nuove strade moderne, come abbiamo fatto in Crimea, che ora ha un collegamento terrestre affidabile con tutta la Russia. Realizzeremo sicuramente tutti questi piani insieme.

Oggi le regioni del Paese forniscono sostegno diretto alle città, ai distretti e ai villaggi delle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, della regione di Zaporozhye e Kherson, lo fanno sinceramente, come veri fratelli e sorelle. Ora siamo di nuovo insieme, il che significa che siamo diventati ancora più forti e faremo di tutto affinché la pace tanto attesa ritorni nella nostra terra, affinché sia ​​garantita la sicurezza delle persone. Per questo, per i loro antenati, per il futuro di figli e nipoti, per il ripristino della giustizia storica, per la riunificazione del nostro popolo, combattenti, i nostri eroi stanno combattendo oggi.

Cari amici, vi chiedo di onorare la memoria dei nostri compagni d’armi che hanno dato la vita per la Russia, civili, anziani, donne, bambini che sono morti sotto i bombardamenti per mano di neonazisti e punitori.

Comprendiamo tutti, e capisco quanto sia insopportabilmente difficile ora per le mogli, i figli, le figlie dei soldati caduti, i loro genitori, che hanno allevato degni difensori della Patria – lo stesso delle giovani guardie di Krasnodon, come i ragazzi e le ragazze che durante la Grande Guerra Patriottica ha combattuto contro il nazismo, ha difeso il Donbass. Tutta la Russia oggi ricorda il loro coraggio, fermezza, la più grande forza d’animo, sacrificio.

Il nostro dovere è sostenere le famiglie che hanno perso i loro parenti, persone care, aiutarle a crescere, crescere i loro figli, dare loro un’istruzione e una professione. La famiglia di ogni partecipante a un’operazione militare speciale dovrebbe essere nella zona di costante attenzione, circondata da cura e onore. Le loro esigenze devono essere soddisfatte immediatamente, senza burocrazia.

Propongo di creare un fondo statale speciale. Il suo compito sarà l’assistenza mirata e personale alle famiglie dei caduti e dei veterani dell’operazione militare speciale. Coordinerà la fornitura di supporto sociale, medico e psicologico, risolverà problemi di cura e riabilitazione del sanatorio, aiuterà nell’istruzione, nello sport, nel lavoro, nell’imprenditorialità, nella formazione avanzata e nell’ottenimento di una nuova professione. Un compito separato più importante della fondazione è l’organizzazione dell’assistenza a lungo termine a casa, protesi ad alta tecnologia per tutti coloro che ne hanno bisogno.

Chiedo al Governo, unitamente alla Commissione per le Politiche Sociali del Consiglio di Stato, alle Regioni, di risolvere al più presto tutte le questioni organizzative.

Il lavoro del fondo statale dovrebbe essere aperto e la procedura per fornire assistenza dovrebbe essere semplice, secondo il principio di “una finestra”, senza tesoreria e burocrazia. Per ogni famiglia, sottolineo, per ogni famiglia del defunto, per ogni veterano, dovrebbe essere assegnato un assistente sociale personale, un coordinatore che, nel corso della comunicazione personale in tempo reale, risolverà i problemi emergenti. Vorrei attirare la vostra attenzione sul fatto che già quest’anno le strutture del fondo dovrebbero essere dispiegate in tutte le regioni della Federazione Russa.

Abbiamo già misure per sostenere i veterani della Grande Guerra Patriottica, i veterani del combattimento e i partecipanti ai conflitti locali. Penso che in futuro il fondo statale, di cui ho parlato, possa occuparsi anche di questi importanti temi. Dobbiamo risolverlo e chiedo al governo di farlo.

Vorrei sottolineare che la creazione di un fondo speciale non toglie responsabilità ad altre strutture e livelli di potere. Mi aspetto che tutti i dipartimenti federali, le regioni e i comuni continuino a prestare molta attenzione ai veterani, al personale militare e alle loro famiglie. E a questo proposito voglio ringraziare i responsabili dei soggetti della Federazione, i sindaci delle città, i capi delle regioni, che incontrano costantemente le persone, vanno alla linea di contatto e sostengono i loro connazionali.

Cosa vorresti evidenziare in particolare? Oggi, militari professionisti, mobilitati e volontari sopportano insieme le difficoltà del fronte: stiamo parlando di forniture e attrezzature, di indennità monetarie e pagamenti assicurativi in ​​relazione alla ferita, di cure mediche. Tuttavia, gli appelli che arrivano a me e ai governatori – mi riferiscono anche di questo – all’ufficio del procuratore militare, al Commissario per i diritti umani, indicano che tutt’altro che tutte queste questioni sono state ancora risolte. È necessario capire in ogni caso specifico.

E ancora una cosa: il servizio nella zona di un’operazione militare speciale – lo capiscono benissimo tutti – è associato a un colossale stress fisico e psicologico, a rischi quotidiani per la salute e la vita. Pertanto, ritengo necessario stabilire per i mobilitati, in generale per tutto il personale militare, per tutti i partecipanti a un’operazione militare speciale, compresi i volontari, un congedo regolare della durata di almeno 14 giorni e almeno una volta ogni sei mesi, escluso il tempo di viaggio, così che ogni soldato ho avuto la possibilità di visitare le famiglie, di essere vicino a parenti e amici.

Cari colleghi!

Come sapete, abbiamo approvato con DPR un piano per la costruzione e lo sviluppo delle Forze Armate per il periodo 2021-2025. Sono in corso i lavori per la sua attuazione, sono in corso gli adeguamenti necessari. E vorrei sottolineare che i nostri ulteriori passi perrafforzare l’esercito e la marina e lo sviluppo attuale e futuro delle forze armate devono, ovviamente, essere basati su una reale esperienza di combattimento acquisita durante un’operazione militare speciale. È estremamente importante per noi, si potrebbe persino dire, assolutamente inestimabile.

Ora, ad esempio, il livello di equipaggiamento delleforze di deterrenza nucleare della Russia con i sistemi più recenti è superiore al 91%, 91,3%. E ora, ripeto, tenendo conto dell’esperienza che abbiamo maturato, dobbiamo raggiungere lo stesso alto livello qualitativo in tutte le componenti delle Forze Armate.

Ufficiali e sergenti che si sono dimostrati comandanti competenti, moderni e risoluti – ce ne sono molti – saranno promossi prioritariamente a posizioni più elevate, inviati alle università e accademie militari e fungeranno da potente riserva di personale per le Forze Armate. E, naturalmente, dovrebbero essere richiesti dalla popolazione civile, dal governo a tutti i livelli. Voglio solo attirare l’attenzione dei colleghi su questo. È molto importante. Le persone devono capire che la Patria apprezza il loro contributo alla difesa della Patria.

Introdurremo attivamentele tecnologie più avanzate che garantiranno un aumento del potenziale qualitativo dell’esercito e della marina. Abbiamo tali sviluppi, campioni di armi e attrezzature in ogni direzione. Molti di loro sono significativamente superiori alle loro controparti straniere nelle loro caratteristiche. Il compito ora davanti a noi è dispiegare la loro produzione di massa e di massa. E tale lavoro è in corso, in corso, il suo ritmo è in costante aumento, e da solo, voglio sottolinearlo, dalla nostra base scientifica e industriale russa, grazie al coinvolgimento attivo delle piccole e medie imprese high-tech nell’esecuzione dell’ordine di difesa dello Stato.

Oggi le nostre fabbriche, uffici di progettazione e gruppi di ricerca impiegano sia specialisti esperti che sempre più giovani, talentuosi, qualificati, impegnati in una svolta, fedeli alle tradizioni degli armaioli russi – per fare di tutto per la vittoria.

Certamente rafforzeremo le garanzie per i collettivi di lavoro. Ciò vale anche per gli stipendi e la previdenza sociale. Propongo di lanciare un programma speciale di alloggi in affitto preferenziale per i dipendenti delle imprese dell’industria della difesa. Il canone di locazione per loro sarà notevolmente inferiore al tasso di mercato, poiché una parte significativa del pagamento dell’alloggio sarà coperta dallo Stato.

Sicuramente abbiamo discusso di questo problema con il governo. Vi ordino di elaborare tutti i dettagli di questo programma e, senza indugio, di iniziare a costruire tali alloggi in affitto, principalmente, ovviamente, nelle città, i nostri importanti centri di difesa, industriali e di ricerca.

Cari colleghi!

Come ho già detto, l’Occidente ha schierato contro di noi non solo un fronte militare, informativo, ma anche economico. Ma da nessuna parte ha ottenuto qualcosa e non lo farà mai. Inoltre, gli autori delle sanzioni si stanno punendo: hanno provocato aumenti dei prezzi, perdite di posti di lavoro, chiusure di impianti, una crisi energetica nei loro stessi paesi, e dicono ai loro cittadini – lo sentiamo – dicono che la colpa è dei russi qualunque cosa.

Quali mezzi sono stati usati contro di noi in questa aggressione di sanzioni? Hanno cercato di rompere i legami economici con le aziende russe, disconnettere il sistema finanziario dai canali di comunicazione per schiacciare la nostra economia, privarci dell’accesso ai mercati di esportazione per colpire i redditi. Questo è il furto – non c’è altro modo di dire – le nostre riserve valutarie, i tentativi di far crollare il rublo e provocare un’inflazione distruttiva.

Ripeto, le sanzioni anti-russe sono solo un mezzo. E l’obiettivo, come dichiarano gli stessi leader occidentali – una citazione diretta – è quello di “far soffrire” i nostri cittadini. Vogliono far soffrire la gente, destabilizzando così la nostra società dall’interno.

Ma il loro calcolo non si è concretizzato: l’economia e il sistema di gestione russi si sono rivelati molto più forti di quanto credesse l’Occidente. Grazie al lavoro congiunto del governo, del parlamento, della Banca di Russia, delle entità costitutive della Federazione e, naturalmente, della comunità imprenditoriale, dei collettivi di lavoro, abbiamo assicurato la stabilità della situazione economica, protetto i cittadini, salvato posti di lavoro, prevenuto una carenza nel mercato, compresi i beni di prima necessità, ha sostenuto il sistema finanziario, gli imprenditori che investono nello sviluppo della propria attività, e quindi nello sviluppo del Paese.

Così, già a marzo dello scorso anno, è stato varato un pacchetto di misure a sostegno delle imprese e dell’economia per un ammontare complessivo di circamille miliardi di rubli. Vorrei attirare la vostra attenzione sul fatto che questa non è una politica di emissione, no, no, tutto viene fatto su una solida base di mercato.

Alla fine del 2022 il prodotto interno lordo è diminuito. Mikhail Vladimirovich ha chiamato e ha detto: vorrei che me ne parlassi. Ieri, secondo me, è uscita questa informazione, giustamente, puntuale, come previsto, tutto secondo i piani.

Ci era stata prevista, ricordate, una recessione economica del 20-25 per cento, dieci. Più recentemente, abbiamo detto: 2.9 – ho detto. Poco dopo – 2.5. Il prodotto interno lordo è sceso del 2,1 per cento nel 2022, i dati più recenti. Allo stesso tempo, permettetemi di ricordarvi che nel febbraio-marzo dello scorso anno, come ho detto, avevano previsto che avremmo semplicemente fatto crollare l’economia.

Il business russo ha ricostruito la logistica, rafforzato i legami con partner responsabili e prevedibili – e ce ne sono molti, la maggior parte nel mondo.

Vorrei sottolineare che la quota del rublo russo nei nostri accordi internazionali è raddoppiata rispetto a dicembre 2021 e ammontava a un terzo, e insieme alle valute dei paesi amici è già più della metà.

Insieme ai nostri partner, continueremo a lavorare alla formazione di un sistema stabile e sicuro di accordi internazionali, indipendente dal dollaro e da altre valute di riserva occidentali, che, con una tale politica delle élite occidentali e dei governanti occidentali, perderanno inevitabilmente la loro carattere universale. Fanno tutto con le proprie mani.

Sai, c’è un’espressione così stabile: pistole invece di burro. La difesa del Paese è, ovviamente, la priorità più importante, ma mentre risolviamo compiti strategici in quest’area, non dobbiamo ripetere gli errori del passato, non dobbiamo distruggere la nostra stessa economia. Abbiamo tutto per garantire la sicurezza e creare le condizioni per uno sviluppo fiducioso del Paese. È in questa logica che agiamo e continueremo ad agire.

Ad esempio, molti di base, vorrei sottolineare che sono i settori civili dell’economia domestica, non solo non hanno ridotto, ma hanno notevolmente aumentato la produzione nell’ultimo anno. Per la prima volta nella storia moderna del nostro Paese, i volumi di commissionamento abitativo hanno superato i 100 milioni di metri quadrati.

Per quanto riguarda la nostra produzione agricola, lo scorso anno ha mostrato tassi di crescita a due cifre. Grazie mille, basso inchino ai produttori agricoli. Gli agricoltori russi hanno raccolto un raccolto record: oltre 150 milioni di tonnellate di grano, di cui oltre 100 milioni di tonnellate di grano. Entro la fine dell’anno agricolo, cioè entro il 30 giugno 2023, saremo in grado di portare il volume totale delle esportazioni di cereali a 5.560 milioni di tonnellate..

Non abbiamo permesso un calo del mercato del lavoro, al contrario, abbiamo ottenuto una riduzione della disoccupazione nelle condizioni moderne. Oggi, di fronte a così grandi difficoltà da tutte le parti, il mercato del lavoro è diventato per noi più comodo di prima. Ricorda, prima della pandemia, la disoccupazione era del 4,7%, e ora è del 3,7, secondo me. Mikhail Vladimirovich, quanto fa 3,7? 3,7 è un minimo storico.

Ripeto, l’economia russa ha superato i rischi che si sono presentati, li ha superati. Sì, molti di questi rischi erano impossibili da calcolare in anticipo, abbiamo dovuto rispondere letteralmente dalle ruote, quando sono sorti problemi. Sia a livello statale che negli affari, le decisioni venivano prese il più rapidamente possibile. Vorrei sottolineare che l’iniziativa privata, le piccole e medie imprese hanno svolto un ruolo enorme qui – questo non dovrebbe essere dimenticato. Abbiamo evitato l’eccessiva regolamentazione amministrativa, l’inclinazione dell’economia verso lo Stato.

Cos’altro è importante? La recessione economica dello scorso anno è stata registrata solo nel secondo trimestre – già nel terzo e quarto trimestre si sono notate crescita e ripresa. Siamo effettivamente entrati in un nuovo ciclo di crescita economica. Secondo gli esperti, il suo modello e la sua struttura acquisiscono un carattere qualitativamente diverso. Stanno emergendo nuovi e promettenti mercati globali, tra cui l’Asia-Pacifico [regione Asia-Pacifico], il nostro mercato interno, le risorse scientifiche, tecnologiche, umane: non la fornitura di materie prime all’estero, ma la produzione di beni ad alto valore aggiunto. Ciò consente di liberare l’enorme potenziale della Russia in tutte le sfere e aree.

Già quest’anno si prevede un solido aumento della domanda interna. Sono sicuro che le nostre aziende approfitteranno di questa opportunità per aumentare la produzione, produrre i prodotti più richiesti e occupare nicchie che sono state liberate o sono in via di sgombero dopo la partenza delle aziende occidentali.

Oggi vediamo il quadro d’insieme, comprendiamo i problemi strutturali che dobbiamo risolvere nella logistica, nella tecnologia, nella finanza e nel personale. Abbiamo parlato molto e costantemente della necessità di cambiare la struttura della nostra economia negli ultimi anni, e ora questi cambiamenti sono una necessità vitale, e questo sta cambiando la situazione, e in questo caso in meglio. Sappiamo cosa è necessario fare peril costante sviluppo progressivo della Russia, e in particolare per lo sviluppo sovrano e indipendente, nonostante qualsiasi pressione e minaccia esterna, con una garanzia affidabile della sicurezza e degli interessi dello Stato.

Attiro la vostra attenzione e voglio sottolinearlo in particolare: lo scopo del nostro lavoro non è quello di adattarsi alle condizioni attuali. Il compito strategico è portare la nostra economia verso nuove frontiere. Adesso tutto sta cambiando, e sta cambiando molto, molto velocemente. Questo è un momento non solo di sfide, ma anche di opportunità: oggi questo è vero e la nostra vita futura dipende da come le implementiamo. È necessario rimuovere – ci tengo a sottolinearlo – rimuovere eventuali contraddizioni interdipartimentali, formalità, insulti, omissioni, altre sciocchezze. Tutto per la causa, tutto per il risultato: tutto dovrebbe mirare a questo.

L’avvio di successo delle aziende russe, delle piccole imprese familiari è già una vittoria. L’apertura di fabbriche moderne e chilometri di nuove strade è una vittoria. Una nuova scuola o asilo è una vittoria. Anche le scoperte scientifiche e le tecnologie sono, ovviamente, una vittoria. Ciò che conta è il contributo di tutti al successo complessivo.

In quali aree dovrebbe essere focalizzato il lavoro di partenariato dello Stato, delle regioni, delle imprese domestiche?

Primo. Amplieremo le promettenti relazioni economiche estere e costruiremo nuovi corridoi logistici. È già stata presa la decisione di estendere l’autostrada Mosca-Kazan a Ekaterinburg, Chelyabinsk e Tyumen, e in futuro a Irkutsk e Vladivostok con accesso al Kazakistan, alla Mongolia e alla Cina, che, tra l’altro, amplierà in modo significativo i nostri legami economici con i mercati del sud-est asiatico.

Svilupperemo i porti del Mar Nero e del Mar d’Azov. Presteremo particolare attenzione – lo stiamo già facendo, chi lo fa quotidianamente lo sa – dedicheremo particolare attenzione al corridoio internazionale Nord-Sud. Già quest’anno le navi con un pescaggio di almeno 4,5 metri potranno attraversare il canale Volga-Caspio. Ciò aprirà nuove strade per la cooperazione commerciale con India, Iran, Pakistan e paesi del Medio Oriente. Continueremo a sviluppare questo corridoio.

I nostri piani includono la modernizzazione accelerata della direzione orientale delle ferrovie, la ferrovia transiberiana e la BAM e l’espansione delle capacità della rotta del Mare del Nord. Questo non è solo un traffico merci aggiuntivo, ma anche la base per risolvere i problemi nazionali per lo sviluppo della Siberia, dell’Artico e dell’Estremo Oriente.

L’infrastruttura delle regioni, lo sviluppo delle infrastrutture, comprese le comunicazioni, le telecomunicazioni e la rete stradale, riceveranno un forte impulso. Già il prossimo anno, nel 2024, almeno l’85 per cento delle strade nei maggiori agglomerati del Paese, nonché più della metà delle strade di rilevanza regionale e intercomunale, saranno portate allo stato standard. Sono sicuro che lo faremo.

Continueremo il programma di gassificazione gratuita. Si è già deciso di estenderlo alle strutture sociali: asili e scuole, ambulatori, ospedali, feldsher e postazioni ostetriche. E per i cittadini, tale programma funzionerà ora su base continuativa: potranno sempre richiedere l’allacciamento alle reti di approvvigionamento del gas.

Quest’anno inizia un vasto programma per la costruzione e la riparazione di alloggi e servizi comunali. Entro dieci anni si prevede di investire almeno 4,5 trilioni di rubli in quest’area. Sappiamo quanto sia importante per i cittadini, quanto sia trascurato quest’area: dobbiamo lavorare e lo faremo. È importante che il programma abbia subito un forte avvio, quindi chiedo al governo di garantirne un finanziamento stabile.

Secondo. Dovremo espandere in modo significativo le capacità tecnologiche dell’economia russa e garantire la crescita delle capacità dell’industria nazionale.

È stato lanciato uno strumento di mutuo industriale e ora sarà possibile ottenere un prestito agevolato non solo per l’acquisto di impianti produttivi, ma anche per la loro costruzione o ammodernamento. L’importo di tale prestito è stato discusso molte volte e volevano aumentarlo, un importo decente, come primo passo – molto buono: l’importo di un tale prestito arriva fino a 500 milioni di rubli. È disponibile a un tasso del tre o cinque percento per un massimo di sette anni. Mi sembra un ottimo programma, e dovrebbe essere usato.

Da quest’anno è inoltre entrata in vigore una nuova modalità di funzionamento dei distretti industriali, in cui è stato ridotto il carico fiscale e amministrativo per le imprese residenti e la domanda dei loro prodotti innovativi, appena entrati nel mercato, è sostenuta da ordini a lungo termine e sussidi dallo stato.

Secondo le stime, queste misure dovrebbero garantire l’attuazione dei progetti richiesti per un importo di oltre diecimila miliardi di rubli entro il 2030, e già quest’anno l’importo previsto degli investimenti potrebbe essere di circa duemila miliardi. Vorrei richiamare la vostra attenzione sul fatto che non si tratta solo di previsioni, ma di parametri chiaramente stabiliti.

Chiedo quindi al Governo di accelerare il più possibile l’avvio di questi progetti, dare una spallata alle imprese e offrire misure sistemiche di sostegno, anche di natura fiscale. So come al blocco finanziario non piaccia fornire benefici, e condivido in parte la seguente posizione: il sistema fiscale dovrebbe essere integrale, senza nicchie, eccezioni, ma in questo caso è richiesto un approccio creativo.

Quindi, a partire da quest’anno, le aziende russe possono ridurre i pagamenti delle imposte sul reddito se acquistano soluzioni e prodotti IT domestici avanzati che utilizzano l’intelligenza artificiale. Inoltre, questi costi sono presi in considerazione con un coefficiente maggiorato, una volta e mezza superiore ai costi effettivi. Cioè, per ogni rublo investito dall’azienda nell’acquisto di tali prodotti, di cui ho appena parlato, c’è una detrazione fiscale di un rublo e mezzo.

Propongo di estendere questo vantaggio fiscale all’acquisto di apparecchiature high-tech russe in generale. Chiedo al Governo di formulare proposte su un elenco di tali apparecchiature per settore in cui vengono utilizzate e sulla procedura per la concessione dei benefici. Questa è una buona decisione che farà rivivere l’economia.

Terzo. La questione più importante all’ordine del giorno per lo sviluppo della crescita economica sono le nuove fonti di finanziamento degli investimenti, ne parliamo molto anche.

Grazie a una forte bilancia dei pagamenti, la Russia non ha bisogno di contrarre prestiti all’estero, inchinarsi, mendicare soldi e poi avere un lungo dialogo su cosa, quanto ea quali condizioni dare. Le banche nazionali operano in modo stabile e costante, hanno un solido margine di sicurezza.

Nel 2022 il volume dei prestiti bancari al settore delle imprese è cresciuto, sai, è cresciuto. C’erano molti timori al riguardo, ma la crescita è stata registrata ed è cresciuta del 14 per cento, che è più che nel 2021, senza alcuna operazione militare. Nel 2021 la crescita è stata dell’11,7 percento, ora è del 14 percento, mentre il portafoglio ipotecario ha aggiunto anche il 20,4 percento. Lo sviluppo è in corso.

Come risultato dello scorso anno, il settore bancario nel suo complesso ha lavorato con profitto. Sì, non è grande come negli anni precedenti, ma decente: profitto – 203 miliardi di rubli. Questo è anche un indicatore della stabilità del settore finanziario russo.

Secondo le stime, già nel secondo trimestre di quest’anno l’inflazione in Russia si avvicinerà al livello obiettivo del quattro percento. Permettetemi di ricordarvi che in alcuni paesi dell’UE è già del 12, 17, 20 percento, ne abbiamo quattro, beh, cinque: la Banca centrale, il Ministero delle finanze stanno risolvendo tra loro, ma sarà più vicino all’indicatore target . Tenendo conto delle dinamiche positive di questo e di altri parametri macroeconomici, si stanno formando condizioni oggettive per ridurre i tassi sui prestiti a lungo termine nell’economia, il che significa che il credito per il settore reale dovrebbe diventare più accessibile.

Ovunque nel mondo, i risparmi a lungo termine dei cittadini sono un’importante fonte di risorse di investimento e dobbiamo anche stimolare il loro flusso nel settore degli investimenti. Chiedo al governo di accelerare la presentazione dei disegni di legge alla Duma di Stato per avviare il relativo programma statale dall’aprile di quest’anno.

È importante creare condizioni aggiuntive affinché i cittadini possano investire e guadagnare a casa, all’interno del Paese. Allo stesso tempo, è necessario garantire la sicurezza degli investimenti dei cittadini nel risparmio pensionistico volontario. Dovrebbe esserci lo stesso meccanismo del sistema di assicurazione dei depositi bancari. Permettetemi di ricordarvi che tali depositi di cittadini per un importo fino a un milione e 400 mila rubli sono assicurati dallo Stato e il loro ritorno è garantito. Per il risparmio pensionistico volontario, propongo di stabilire il doppio dell’importo, fino a due milioni e 800 mila rubli. È inoltre necessario proteggere gli investimenti dei cittadini in altri strumenti di investimento a lungo termine, anche dal possibile fallimento degli intermediari finanziari.

Sono necessarie soluzioni separate per attrarre capitali verso imprese ad alta crescita e ad alta tecnologia. Ad essi verrà fornito un supporto per il collocamento delle azioni sul mercato azionario nazionale, compresi gli incentivi fiscali, sia per le società che per gli acquirenti di tali azioni.

L’elemento più importante della sovranità economica è la libertà di impresa. Ripeto: sullo sfondo dei tentativi esterni di contenere la Russia, le imprese private hanno dimostrato di potersi adattare a un ambiente in rapida evoluzione e garantire la crescita economica in condizioni difficili. Pertanto, ogni iniziativa imprenditoriale volta a beneficiare il Paese dovrebbe ricevere sostegno.

Al riguardo, ritengo opportuno tornare sulla questione della revisione di alcune norme di diritto penale in tema di cd reati economici. Certo, lo stato deve controllare ciò che sta accadendo in quest’area, il permissivismo non può essere consentito qui, ma non c’è nemmeno bisogno di andare troppo lontano. È necessario muoversi più attivamente verso questa depenalizzazione, di cui ho parlato. Spero che il governo, insieme al Parlamento, alle forze dell’ordine e alle associazioni imprenditoriali, svolga in modo coerente e completo questo lavoro.

Allo stesso tempo, chiedo al Governo, in stretto contatto con il Parlamento, di proporre ulteriori misure che accelerino il processo di deoffhorizzazione dell’economia. Le imprese, principalmente nei settori e nelle industrie chiave, devono operare nella giurisdizione russa: questo è un principio fondamentale.

Cari colleghi!

La Russia è un paese aperto e allo stesso tempo una civiltà distintiva. In questa affermazione non c’è pretesa di esclusività e superiorità, ma questa civiltà è nostra – questa è la cosa principale. Ci è stato dato dai nostri antenati e dobbiamo preservarlo per i nostri discendenti e tramandarlo.

Svilupperemo la cooperazione con gli amici, con tutti coloro che sono pronti a lavorare insieme, adotteremo tutto il meglio, ma faremo affidamento principalmente sul nostro potenziale, sull’energia creativa della società russa, sulle nostre tradizioni e valori.

E qui voglio dire del carattere del nostro popolo: si sono sempre distinti per generosità, ampiezza d’animo, misericordia e compassione, e la Russia come Paese riflette pienamente questi tratti. Sappiamo essere amici, mantenere la parola data, non deluderemo nessuno e sosterremo sempre in una situazione difficile, senza esitazione veniamo in aiuto di chi è in difficoltà.

Tutti ricordano come, durante la pandemia, abbiamo fornito – per primi, appunto – supporto ad alcuni paesi europei, tra cui l’Italia, altri stati, nelle settimane più difficili dell’epidemia di covid. Non dimentichiamo come veniamo in soccorso in caso di terremoto in Siria, in Turchia.

È il popolo russo la base della sovranità del paese, la fonte del potere. I diritti e le libertà dei nostri cittadini sono inviolabili, sono garantiti dalla Costituzione e, nonostante le sfide e le minacce esterne, non ci ritireremo da essi.

A questo proposito, voglio sottolineare che sia le elezioni degli enti locali e regionali nel settembre di quest’anno chele elezioni presidenziali del 2024 si terranno in stretta conformità con la legge, nel rispetto di tutte le procedure democratiche e costituzionali.

Le elezioni sono sempre approcci diversi per risolvere problemi sociali ed economici. Allo stesso tempo, le principali forze politiche sono consolidate e unite nella cosa principale e, soprattutto, fondamentale per tutti noi è la sicurezza e il benessere delle persone, la sovranità e gli interessi nazionali.

Voglio ringraziarti per una posizione così responsabile e ferma e ricordare le parole del patriota e statista Pyotr Arkadyevich Stolypin: furono pronunciate alla Duma di Stato più di cento anni fa, ma sono pienamente in sintonia con il nostro tempo. Ha detto: “Nella questione della difesa della Russia, dobbiamo tutti unirci, coordinare i nostri sforzi, i nostri doveri e i nostri diritti al fine di mantenere un diritto supremo storico: il diritto della Russia ad essere forte“.

Tra i volontari che ora sono in prima linea ci sono deputati della Duma di Stato e dei parlamenti regionali, rappresentanti delle autorità esecutive a vari livelli, comuni, città, distretti, insediamenti rurali. Tutti i partiti parlamentari, le principali associazioni pubbliche partecipano alla raccolta di aiuti umanitari e aiutano il fronte.

Grazie ancora, grazie per un atteggiamento così patriottico.

 

Vladimir Putin, 21 febbraio 2023

Egregio signor Ministro,

Il 30 gennaio di quest’anno Lei ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera in cui, tra l’altro, ha affermato che l’Europa non deve chiudere le porte ai russi e percepire il popolo russo come un nemico. “Non ho mai condiviso chiusure verso gli artisti, gli sportivi, la popolazione civile. Dobbiamo lasciare dei canali di dialogo aperti” – ha detto. E ha aggiunto: “Perché negare i visti ai cittadini russi? Sarebbe meglio che le persone venissero in Europa anche per ascoltare una voce diversa”.

Concordiamo di rado con le Sue dichiarazioni e azioni soprattutto per quanto riguarda la fornitura di armi italiane all’Ucraina, ma credo che quasi tutti i cittadini russi sottoscriverebbero senza esitazione queste parole. E lo stesso farebbero, suppongo, anche in Italia. Ma in che misura tali parole corrispondono alla realtà? Esaminiamo i fatti concreti. Chi è che sta riducendo le opportunità di contatto e di dialogo tra i popoli dei nostri paesi?

La Russia, fondamentalmente per iniziativa del precedente governo italiano, è stata privata dell’accesso a 300 miliardi di dollari delle proprie riserve valutarie. Ora si discute della possibilità di uno scippo definitivo. E stiamo parlando dei soldi dei contribuenti russi.

L’Italia continua a sequestrare immobili, proprietà e altri beni di uomini d’affari russi dichiarati “oligarchi”. Su questa base, giuridicamente traballante, viene discriminata un’intera categoria di cittadini del nostro Paese che ha investito i propri capitali nello sviluppo dell’Italia.

Con pretesti inverosimili e con la scusa della “solidarietà”, sono stati ingiustificatamente espulsi dall’Italia 30 dipendenti dell’ambasciata russa a Roma (con i familiari: 72 in totale), persone che tanto si erano adoperate per sviluppare e rafforzare le relazioni bilaterali. Tra questi, anche coloro che, nel periodo più difficile della pandemia di coronavirus, hanno contribuito a organizzare l’operazione militare-umanitaria russa svoltasi in Italia nel marzo-maggio 2020 per aiutare le popolazioni colpite del Paese amico. In segno di “gratitudine”, l’Italia ha riconosciuto ai nostri diplomatici lo status di “persona non grata”.

Su impulso degli allora vertici del Ministero degli Esteri italiano, membri di spicco della società civile russa sono stati privati dei riconoscimenti statali italiani. Molti di loro erano stati premiati, tra l’altro, per la loro assistenza disinteressata nella ricostruzione della città dell’Aquila, colpita da un devastante terremoto nel 2009.

Su iniziativa della parte italiana, sono stati interrotti i collegamenti aerei diretti tra i nostri Paesi, riducendo così al minimo il turismo russo in Italia. I nostri connazionali che riescono a raggiungere il Belpaese devono affrontare complicate procedure di rilascio dei visti, il cui costo è più che raddoppiato, e una volta in Italia si scontrano con il rifiuto, da parte di alcune aziende, di vendere loro merci per un valore superiore ai 300 euro.

Il reale atteggiamento nei confronti degli esponenti del mondo culturale russo risulta evidente dai casi di annullamento delle esibizioni in Italia del direttore d’orchestra di fama mondiale V.Gergiev, della pianista V.Lisitza o del ballerino S.Polunin, annullamento determinato unicamente dalla loro posizione politica. L’atteggiamento nei confronti dei contatti nel campo dello sport è illustrato in modo eloquente dal rifiuto delle autorità italiane, nel marzo 2022, di consentire l’organizzazione di un volo umanitario per trasportare una squadra di atleti paralimpici russi con disabilità, bloccati dalla chiusura dello spazio aereo.

Servizi bancari rifiutati senza motivo, chiusure forzate di conti correnti e altre restrizioni discriminatorie legate al possesso di passaporto russo o semplicemente all’indicazione sui documenti della Russia come luogo di nascita, sono diventati un fenomeno comune nella vita dei nostri connazionali presenti in Italia.

E questo non è assolutamente un elenco esaustivo dei passi compiuti dall’anno scorso da parte italiana per impedire unilateralmente i contatti, distruggere i canali di dialogo bilaterale attivi in precedenza. E qui, signor Ministro, sono sicuro che troverebbe molto difficile citare una qualsiasi iniziativa adottata nella stessa direzione da parte russa.

In Russia siamo abituati a giudicare in base ai fatti piuttosto che alle parole. E i fatti sono molto lontani dalle Sue parole, alla cui sincerità, pur volendolo, è difficile credere.

Rispettosamente,

S. Razov

Nel vertice di ieri ad Astana, Putin, anche questa volta, è riuscito a stupire il mondo.

L’occidente ultimamente tende a rappresentarlo come continuamente all’angolo, politicamente e fisicamente, ma non è  così.

Infatti, la proposta fatta ad Erdogan, di trasformare la Turchia nel più grande Hub del gas nel Mediterraneo, è veramente geniale perché consentirà:

  • Alla Russia di reindirizzare gli oltre 100 miliardi di metri²/anno di metano non più utilizzabili dalla Germania a seguito della distruzione dei gasdotti Nord Stream 1&2;
  • Alla Turchia, Paese NATO, ma non per questo ostile a Mosca, di ottenere metano a basissimo costo per le proprie industrie e per le proprie abitazioni;
  • Alla Gazprom di incassare favolosi utili;
  • Ad Istanbul di poter rivendere ai Paesi UE, al prezzo che riterrà più opportuno, tutto il gas che vuole, saltando così, a piè pari, le sanzioni.

Non a caso la regione scelta per questo stoccaggio è la Tracia, cioè, la propaggine balcanica e quindi europea, della Turchia.

Qui il gas, nonostante debba attraversare  il Mar Nero per circa 800km, impiegherà veramente pochissimo tempo ad arrivare, dalla città russa di Anapa.

Infatti la linea è già esistente, è la famosa TurkStream, il gasdotto che, a partire dal 2014, prese il posto del “South Stream” allorquando, gli Stati Uniti, fecero, tanto per cambiare, delle enormi pressioni sul Governo Bulgaro affinché si ritirasse dal progetto … e così fu.

Oggi, però, questo tracciato taglia fuori tutti questi interlocutori deboli, lasciando sul campo solo la Turchia, Paese fondamentale per Washington, specie in chiave di contenimento sia dell’Iran che della Russia, nonché tassello fondamentale nei delicati equilibri in Medio Oriente tra Israele, Siria ed Arabia Saudita.

Ergo, per la Casa Bianca, irritare Ankara sarebbe un gravissimo errore e ciò che viene concesso oggi ad Erdogan è, né più e nemmeno, quello che fu concesso all’Italia, in politica estera, durante la Prima Repubblica.

Ora sta a noi, se fossimo più furbi ed accorti, cogliere la palla al balzo per perseguire l’esclusivo Interesse Nazionale.

Le guerre infatti passano e con esse anche le sanzioni, ma i danni che stiamo creando alla nostra economia, perseguendo un pervicace piano di affrancamento dalle risorse russe, sono incalcolabili ed irreparabili.

A tal riguardo è da tener presente che qualora, la Turchia, non possa lucrare su eventuali forniture di gas al blocco occidentale, si ritroverà ad avere, sul proprio territorio, un costo dell’energia immensamente competitivo favorendo così, la delocalizzazione di molte imprese europee, dal vecchio continente alla Penisola Anatolica, cosa che, tra l’altro, sta già avvenendo.

Le previsioni di recessione per il nostro Paese e per la Germania, poi, non fanno presagire nulla di buono.

Sarebbe, dunque, buona cosa abbandonare immediatamente le sanzioni e allungare il TurkStream fin sulle coste italiane, come, d’altronde, era già stato preventivato nel precedente progetto del South Stream.

Con ciò non vogliamo minimamente sostenere la dipendenza energetica dell’Italia verso una determinata potenza straniera: l’autonomia energetica, infatti, è senz’altro il principio base per uno sviluppo concreto e sostenibile di qualsiasi comunità; ma siamo altresì convinti che l’autonomia si raggiunga solo attraverso una minuziosa pianificazione accompagnata dalla realizzazione di tutta una serie di infrastrutture che, obtorto collo, necessiteranno di anni per essere, prima, progettate, poi, cauterizzate ed infine, riconsegnate alla collettività.

Nel mentre tutto ciò accadrà, ahimè, il Paese sarà già morto e questo, noi, francamente non possiamo permetterlo.

Dunque, dipende esclusivamente da noi, decidere, se questo hub turco sia la nostra pietra tombale o il punto di rilancio della nostra economia.